Stabant Matres
Parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale
Per Ensemble: Fl. (anche fl. In sol) cl. (anche cl. Basso) sax. (sop. alto. bar.); cor. tr.; perc. Vl. Vla. Vc. Cb. Coro da camera SATB (16 elementi) Libretto di Guido Barbieri (2023)
Organico:
Commission of Ravenna Festival
Prima esecuzione: Ravenna, Basilica di San Vitale, Luglio 2023 Interpreti: ensemble la Corelli diretto da Paolo Marzocchi
Lungo la genealogia di Gesù, con cui si apre il Vangelo di Matteo, nella linea che lo riconduce a Davide, ci sono quattro donne: Tamar, sposa di Giuda; Rahab, moglie di Salmon, che genera Booz; Rut, sposa di Booz e madre di Obed, padre di Iesse che infine genera re Davide; e Betsabea che con questi genera Salomone. Alle antenate che mai hanno visto il Salvatore si aggiunge poi Maria. Con una produzione del tutto originale e nell’intreccio di canto, recitazione e musica, si evocano queste antiche madri, che non appartengono al popolo di Israele e, tranne Betsabea, arrivano dagli strati più umili della società – assumendo talvolta pure i panni di prostitute. Gli esegeti biblici non hanno dubbi: Cristo è figlio del “popolo eletto”, ma per discendenza matrilineare rappresenta tutta l’umanità, senza distinzione di censo, di appartenenza e di identità.
Lo spazio è uno dei protagonisti di Stabant Matres. C’è uno spazio per il coro, che canta – in ebraico – il meccanismo delle generazioni le quali procedono inesorabilmente e indipendentemente dalla volontà dell’uomo. Lo spazio vicino agli strumenti rappresenta il mondo terreno, in cui si svolge l’azione raccontata in polifonia dalle tre voci recitanti, e in cui si muovono le cinque donne simboliche della storia, alle quali è affidata la parola cantata.