Mymosh, il Figlio-di-Se-Stesso

(tratto dall’omonimo racconto di Stanislaw Lem)

Per Melologo fantascientifico per quartetto d’archi, voce recitante e videoproiezioni (2018)

Commission of Festival Floema

Prima esecuzione: Pistoia aprile 2018 Esecutori: Quartetto Mirus, Roberta Bosetti

Mymosh è un piccola creatura nata per caso in seguito ad una serie di urti innescati da una vecchia brocca di terracotta che era stata lanciata su un pianeta-discarica. Mymosh, dopo essersi guardato intorno, inizia a pensare, e ad immaginarsi un suo personale universo interiore, che chiamerà il “Gozmos”.

La storia, nata dalla fantasia geniale di Stanislaw Lem e inserita nella raccolta di favole cibernetiche intitolata “Cyberiade” (1966) è in realtà anche una riflessione filosofica sull’intelligenza artificiale, sull’origine della coscienza, e anche su dove finisca la realtà e cominci la simulazione.

In questa versione, la storia di “Mymosh, il Figlio-di-Se-Stesso” è stata trasformata in un “melologo”, una forma di teatro musicale molto antica, in cui la voce narrante è accompagnata da una musica che descrive, sottolinea o commenta le parole recitate. A volte la musica racconta anche quello che la voce non riesce a esprimere.

Lo spettacolo si avvale anche delle immagini originali di Agnese Franchini.