Due strumenti, un violino e un violoncello, senza esecutori, vengono attraversati da un leggero soffio, forse un fantasma, e le corde iniziano a vibrare. I suoni prodotti sono solamente quelli possibili con uno strumento senza esecutore: le corde vuote, ciascuna delle quali si rivela un universo di suoni fragilissimi e puri. Questi suoni filiformi iniziano un dialogo e si intrecciano in ricami ai limiti dell’udibile, come se le corde fossero suonate da spiriti sottili. Evanescente, sembra apparire per un attimo il volto sornione e baffuto di Andrea Gabrieli.

Gli esecutori, ora necessari affinché la magia si ripeta, hanno in questo caso la funzione di medium…

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Edizioni Teatro La Fenice